Benedetta Cipriano, chi semina passione raccoglie eccellenza3 min read
Mentre seguiamo l’auto di Benedetta Cipriano che ci porta verso il suo uliveto un pensiero sorge quasi sponteneo: “l’alto casertano è un territorio i cui pattern sono molto interessanti”. Basta tenere d’occhio un elemento o un gruppo di elementi e guardarli mentre si ripetono in diversi contesti per capire come in questo luogo ogni cosa è connessa. I pattern più affascinanti sono quelli legati al tempo. E così i cicli naturali dei raccolti e delle semine coincidono con quelli dello spirito di chi se ne occupa. I semi germogliano, diventano piantine che restituiscono al sole gemme e bulbi che si aprono in meravigliosi fiori, dai cui resti nascono frutti che a loro volta lasceranno nuovi semi. Allo stesso modo nascono, si trasformano e vivono le persone che se ne prendono cura.
Sinergia
Un altro pattern molto interessante nell’alto casertano riguarda la sinergia. Esiste una vera e propria rete di connessioni e soprattutto di influenze tra le piante e gli animali. E così un ulivo non sarà mai del tutto semplicemente una pianta. Solo un’isola. Ma è parte di un uliveto, di una serie di piante sorelle ma non solo. Un ulivo è anche in contatto sinergico con tutte le altre piante che non gli sono parenti. Così le erbe aromatiche, quelle selvatiche, quelle mediche, le camomille, i cardi, la menta, il finocchietto non sono semplicemente dei vicini che condividono il terreno con l’ulivo. Sono un intero sistema.
La Tonda del Matese, l’oliva gentile dell’alto casertano
Lo sa bene Benedetta Cipriano, che sembra trarre un grande vantaggio dal rapporto sinergico con le sue amate piante secolari di ulivo. Quello che Benedetta dona alle sue piante è un grande e soave amore, che affonda le sue radici in una gentilezza e pacatezza d’animo che la contraddistinguono come persona. Quello che le piante le restituiscono è un frutto altrettanto gentile, dal sapore rotondo e delicato ma dal carattere deciso. Il nome della varietà dell’oliva sembra calzarle a pennello: Tonda del Matese, data la provenienza geografica nel cuore del Parco Regionale del Matese uno dei luoghi più preziosi dell’alto casertano. E da altri luoghi di interesse come Alife e le sue mura romane. Il frutto del lavoro meticoloso di selezione, cura e lavorazione delle olive valgono all’olio Koinè di Benedetta Cipriano l’ambito presidio Slow Food. Approfondiremo la scheda di questo prodotto in un altro articolo dedicato esclusivamente all’olio Koinè.
Flora, fauna e storia
Benedetta cammina per l’uliveto facendoci strada mentre noi le stiamo dietro a malapena. Gli occhi sono pieni del verde delle sue amate piante delle quali ci parla come fossero dei figli. Ci spiega quali sono i metodi che utilizza per curarle, per gestirle e per assicurare loro il maggior grado possibile di benessere. Ci parla poi della storia di quella stessa terra e di quelle piante, portandoci molto indietro negli anni. Viaggiamo con lei nel tempo e ci accorgiamo che anche questo elemento ha un grado di simbiosi con quelle stesse piante, alle quali minuto dopo anno regala robustezza e possanza sempre maggiori. Ci troviamo in un vero e proprio museo a cielo aperto in cui le opere d’arte sono in continua costruzione e l’artista è la mano sapiente e amorevole di Benedetta.
L’alto casertano è un luogo in cui non esistono isole. Ogni pianta è collegata non solo a quelle che la circondano ma anche a tutte le altre del territorio, agli animali che vi passano di sfuggita e a quelli che vi trovano riparo per una vita. Un insegnamento prezioso che, come società, dovremo sicuramente prendere come esempio virtuoso.